Comunicazione

Trovo che per imparare e crescere come persona, come individuo, ci sono tanti modi e metodi.

Iscriversi a un corso privato specifico. Proseguire gli studi. Facendo pratica con qualcosa. Guardando gli altri. Internet. Libri.

Almeno per ciò che mi riguarda tutto quello che mi ha fatto crescere è stato un megamix di tutte queste fonti.

In un lavoro si ha a che fare con dei clienti, dei superiori e dei colleghi.

Nel mio lavoro i clienti possono essere giovani, anziani, avvocati, contadini, stranieri che parlano bene italiano, italiani che parlano male l’italiano, stranieri che parlano l’italiano così come io parlo il tedesco (conosco 3 parole circa), gente preparata sul mondo assicurativo, gente che non sa minimamente cosa sia una polizza o ancor peggio cosa fare in seguito a un incidente.

Quindi, per farla breve, quando io rispondo al telefono potrebbe esserci dall’altra parte chiunque e il mio obiettivo è essere quanto più chiaro, esplicativo, cordiale, paziente e limpido possibile ad ogni chiamata.

Ho fatto tutta questa introduzione per dire che riuscire a comunicare efficacemente è una dote che non tutti hanno, sia perchè bisogna avere un’elevata pazienza con tutti sia perchè bisogna sapersi immedesimare ad ogni livello di persona, problematica ed evento e non è semplice. Molti colleghi, o molte persone, tendono a perdere le staffe perchè percepiscono il non capire o non sentire di un anziano, di uno straniero o di un ignorante in materia come un fatto personale. A me invece quasi quasi piace avere a che fare con questa fascia di pubblico, anche se ne percepisco i problemi comunicativi altissimi, ma è una gran soddisfazione sentire il cliente che ringrazia per il tempo dedicatogli e per avergli fatto capire effettivamente come stanno le cose.

La comunicazione, al mondo d’oggi, è uno strumento potentissimo che abbiamo nel farci capire, nel farci percepire (tramite tono di voce, volume della voce ed eventuali mimiche facciali) cosa e come l’interlocutore si trovi in quel momento, nell’ingannare e nell’aiutare qualcuno.

Assistenza ai clienti, accoglienza dei clienti, servizio ai clienti, vendita ai clienti, sono tutti settori in cui il ruolo della comunicazione spesso viene dato per scontato, erroneamente, mentre invece, insieme all’empatia, è il primo strumento che bisogna saper padroneggiare.

Mi ricollego all’imparare e alla crescita personale sempre presentandomi come esempio: da piccolo ero timido e se potevo non parlavo (qualità che ho anche ora, ma solo in scenari in cui non ho dimestichezza), col passare del tempo la mia timidezza e il mio ego si sono alimentati, ho preso fiducia nelle mie risorse e capacità (e qui l’autostima serve moltissimo), finite le superiori ero comunque ancora acerbo, con l’inizio dell’università son migliorato notevolmente, soprattutto grazie agli studi in sociologia comportamentale e sociologia in generale, anche allargare la mia cerchia di amici (dove io pur essendo sempre il più piccolo ero anche quello con più carisma e che era propositivo verso le uscite) è servito assai. La fine della triennale e l’inizio del lavoro nel call center nel 2015 mi ha dato la consacrazione finale, al lavoro ho perfezionato le mie doti comunicative e organizzative.

La mia crescita è e sarà comunque in avanzamento. Sapersi porre verso gli altri, smorzare i contrasti comunicative, rompere le barriere della retorica e riuscire a capire chi si ha di fronte (o al telefono) da come questo si pone sono fondamentali.

Avere elevate doti comunicative significa possedere un’arma in qualsiasi ambito e ambiente ci si trova.

Capodanno

Premetto che festeggiare il Capodanno per me equivale a festeggiare simbolicamente un evento che potrebbe essere festeggiabile qualsiasi altro giorno. O come nel caso della festa della Donna, deve/dovrebbe essere tale ogni giorno.

Tuttavia è la festività che mi piace più di tutte. Per la carica rivoluzionaria. Per carica distruttiva e creativa che comporta. Perchè apre delle porte e ne chiude o socchiude di altre. Perchè porta a delle novità e ci ricorda di avere dei buoni propositi per l’avvenire.

Che poi ognuno ha un concetto di Capodanno. Per il 2018 inizierà nel post laurea magistrale e un inizio nuovissimo. Per un altro magari inizierà con delle novità a settembre o a febbraio 2018 e sarà il suo Capodanno, nuovo inizio, nuova fine.

Imparare un qualcosa di nuovo. Conoscere qualcuno di importante. Scoprire ulteriormente sè stessi. Ripensare a degli errori e crescere. Un viaggio interessante. Provare un nuovo sapore o odore. La scoperta di un nuovo genere musicale o di un solo artista. Tutto può essere rivoluzionario e comportare a un piccolo Capodanno.

Il ciclo della vita che permette il ripetersi di altri cicli, grandi, medi o piccoli che siano.